Archivi categoria: Azure Backup

OMS e System Center: novità di Agosto 2018

Nel mese di agosto sono state annunciate, da parte di Microsoft, un numero considerevole di novità riguardanti Operations Management Suite (OMS) e System Center. La nostra community rilascia mensilmente questo riepilogo che consente di avere una panoramica complessiva delle principali novità del mese, in modo da rimanere sempre aggiornati su questi argomenti ed avere i riferimenti necessari per condurre eventuali approfondimenti.

Operations Management Suite (OMS)

Azure Log Analytics

Come già annunciato nell’articolo La gestione di Log Analytics dal portale Azure Microsoft ha scelto di abbandonare il portale OMS, a favore del portale Azure. La data annunciata per il ritiro definitivo del portale OMS è il 15 gennaio 2019. Come conseguenza di questa scelta anche la creazione di nuovi workspace di Azure Log Analytics potrà essere effettuata solamente dal portale Azure. Tentando di creare un nuovo workspace dal vecchio portale OMS si verrà ridiretti al portale Azure per completare l’operazione. Non sono invece state apportate modifiche alle REST API e a PowerShell per la creazione dei workspace.

Anche il portale Advanced Analytics viene inglobato nel portale Azure. Al momento risulta possibile accedere a questo portale accedendo alla sezione Logs (preview) disponibile nel workspace di Log Analytics.

Figura 1 – Advanced Analytics disponibile nella sezione Logs (preview) dal portale Azure

 

Azure Automation

La gestione degli aggiornamenti tramite Azure Automation Update Management vede l’aggiunta di una nuova opzione per il deployment degli update. In fase di creazione o di modifica di un update deployment è ora presente l’opzione Reboot, che consente di controllare se e quando effettuare il riavvio dei sistemi. Per maggiori informazioni in merito è possibile consultare la documentazione tecnica ufficiale.

Figura 2 – Reboot option disponibile nell’update deployment

Nella funzionalità di Change Traking sono stati apportati i seguenti cambiamenti:

  • Per rilevare le modifiche ed effettuare l’inventory dei file in ambiente Windows è ora possibile utilizzare: ricorsione, wildcards, e variabili d’ambiente. In Linux è già presente da tempo il supporto per la ricorsione e i wildcards.
  • Per quanto riguarda le modifiche che avvengo nei file, sia in ambiente Windows che in ambiente Linux, è stata introdotta la possibilità di visualizzare il contenuto delle modifiche apportate.
  • Introdotta la possibilità di ridurre la frequenza con la quale vengono collezionati i servizi di Windows (la frequenza è espressa in secondi e va da un minimo di 10 secondi a un massimo di 30 minuti).

Agente

Questo mese la nuova versione dell’agente OMS per sistemi Linux risolve alcuni bug e introduce una versione aggiornata per diversi componenti core, che ne aumentano la stabilità, la sicurezza e migliorano il processo di installazione. Tra le varie novità viene introdotto il supporto per Ubuntu 18.04. Per ottenere la versione aggiornata dell’agente OMS è possibile accedere alla pagina ufficiale GitHub OMS Agent for Linux Patch v1.6.0-163. Nel caso l’agente OMS per sistemi Linux sia stato installato utilizzando l’Azure Extension e se è attivo il relativo update automatico, questo aggiornamento sarà installato in autonomia.

Figura 3 – Elenco Bug Fix e novità del nuovo agente OMS per Linux

 

Azure Site Recovery

Per Azure Site Recovery è stato rilasciato l’Update Rollup 27 che introduce nuove versioni per i seguenti componenti:

  • Microsoft Azure Site Recovery Unified Setup/Mobility agent (versione 9.18.4946.1): utilizzato per scenari di replica da VMware verso Azure.
  • Microsoft Azure Site Recovery Provider (versione 5.1.3550.0): utilizzato per scenari di replica da Hyper-V verso Azure oppure verso un secondary site.
  • Microsoft Azure Recovery Services agent (versione 2.0.9125.0): utilizzato per scenari di replica da Hyper-V verso Azure.

L’installazione di questo update rollup è consigliata in deployments dove sono presenti i componenti e le rispettive versioni in seguito riportate:

  • Unified Setup/Mobility agent versione 9.14.0000.0 o successiva.
  • Site Recovery Provider (with System Center VMM): version 3.3.x.x o successiva.
  • Site Recovery Provider (for replication without VMM): version 5.1.3100.0 o successiva.
  • Site Recovery Hyper-V Provider: version 4.6.x.x o successiva.

Per ottenere maggiori informazioni sulle problematiche risolte, sugli improvements dati da questo Update Rollup e per ottenere la procedura da seguire per la relativa installazione è possibile consultare la KB specifica 4055712.

 

In Azure Site Recovery è stato introdotto il supporto per abilitare scenari di disaster recovery Cross-subscription, per macchine virtuali IaaS, purché appartenenti allo stesso tenant Azure Active Directory. Questa funzionalità è molto utile perché spesso si hanno ambienti che utilizzano subscription Azure differenti, create principalmente per avere avere un maggior controllo dei costi. Grazie a questo nuovo supporto si possono raggiungere più facilmente i requisiti di business continuity creando piani di disaster recovery senza alterare la topologia delle subscription del proprio ambiente Azure.

Figura 4 – Configurazione replica VM verso una subscription target differente

 

Azure Site Recovery ora può integrarsi con Veritas Backup Exec Instant Cloud Recovery (ICR) con la versione di Backup Exec 20.2. Utilizzando ICR, gli utenti di Backup Exec sono in grado di configurare la replica delle VMs on-premises verso Azure e di azionare facilmente il proprio paino di DR in caso di necessità, riducendo il Recovery Point Objective (RPO) e il Recovery Time Objective (RTO). Instant Cloud Recovery richiede la presenza di una subscription Azure e supporta macchine virtuali VMware ed Hyper-V. Per ulteriori dettagli e riferimenti è possibile consultare l’annuncio specifico.

Azure Backup

In questo interessante articolo viene riportata la procedura per monitorare tutti i workloads protetti da Azure Backup utilizzando Log Analytics.

System Center

System Center Configuration Manager

Rilasciata la versione 1806 per il Current Branch (CB) di System Center Configuration Manager che introduce nuove funzionalità e importanti miglioramenti nel prodotto.

Tra le principali novità di questo aggiornamento emerge la nuova funzionalità chiamata CMPivot. Si tratta di una nuova utility disponibile nella console di Configuration Manager in grado di fornire informazioni in tempo reale riguardanti i dispositivi connessi nel proprio ambiente. Su queste informazioni è possibile applicare dei filtri e dei raggruppamenti, per poi svolgere determinate azioni.

Figura 5 – Caratteristiche e benefici della funzionalità CMPivot

Per l’elenco completo delle nuove funzionalità introdotte in questa versione di Configuration Manager è possibile consultare l’annuncio ufficiale.

 

Rilasciata la versione 1808 per il branch Technical Preview di System Center Configuration Manager. Questo aggiornamento introduce la possibilità di effettuare un rilascio graduale dei software update in modo automatico. Il pulsante che consente di configurare questa operazione è riportato nella figura seguente e si trova nei nodi della console All Software Updates, All Windows 10 Updates, e Office 365 Updates.

Figura 6 – Pulsante di creazione del Phased Deployment

Per maggiori informazioni sulla configurazione dei Phased Deployments in Configuration Manager è possibile consultare la relativa documentazione tecnica Microsoft.

Vi ricordo che i rilasci nel Technical Preview Branch consentono di valutare in anteprima le nuove funzionalità di SCCM ed è consigliato applicare questi aggiornamenti solo in ambienti di test.

 

System Center Operations Manager

Rilasciata la versione aggiornata del Microsoft System Center 2016 Management Pack per Microsoft Azure (versione 1.5.20.18).

Si segnalano inoltre le seguenti novità:

 

Valutazione di OMS e System Center

Si ricorda che per testare e valutare in modo gratuito Operations Management Suite (OMS) è possibile accedere a questa pagina e selezionare la modalità che si ritiene più idonea per le proprie esigenze.

Per provare i vari componenti di System Center è necessario accedere all’Evaluation Center e dopo essersi registrati è possibile avviare il periodo di trial.

OMS e System Center: novità di Luglio 2018

Microsoft annuncia in modo costante novità riguardanti Operations Management Suite (OMS) e System Center. Come di consueto la nostra community rilascia questo riepilogo mensile che consente di avere una panoramica complessiva delle principali novità del mese, in modo da rimanere sempre aggiornati su questi argomenti ed avere i riferimenti necessari per condurre ulteriori approfondimenti.

Operations Management Suite (OMS)

Azure Log Analytics

La possibile integrazione di Azure Data Factory (ADF) con Azure Monitor consente di inviare le metriche di utilizzo verso Operations Management Suite (OMS). La nuova solution Azure Data Factory Analytics, disponibile nell’Azure marketplace, può fornire una panoramica sullo stato di salute del proprio Data Factory, consentendo di andare nel dettaglio delle informazioni raccolte. Questo può risultare molto utile in particolare per operazioni di troubleshooting. Risulta inoltre possibile collezionare le metriche provenienti da diverse data factories verso lo stesso workspace di OMS Log Analytics. Per i dettagli sulla configurazione necessaria per utilizzare questa solution, è possibile consultare la documentazione ufficiale.

Figura 1 – Overview della nuova solution Azure Data Factory Analytics

Nell’esecuzione delle query di Log Analytics è stata introdotta la possibilità di selezionare facilmente il workspace sul quale eseguire le interrogazioni:

Figura 2 – Selezione del workspace su cui effettuare le query di Log Analytics

La stessa possibilità è stata introdotta anche in Azure Application Insights Analytics. Tale funzionalità risulta utile in quanto in ogni query tab è possibile selezionare il workspace specifico, evitando di dover aprire Log Analytics in tab differenti del browser.

Nel caso vengano collezionati custom logs in Azure Log Analytics, è stata creata una categoria separata denominata “Custom Logs”, dove vengono raggruppati.

Figura 3 – Raggruppamento dei custom logs nella categoria specifica

Per i workspace di Log Analytics presenti nelle region di West Europe, East US, e West Central è stata annunciata la disponibilità in public preview dei Metric Alerts per i logs. I Metric alerts per i logs consentono di utilizzare i dati provenienti da Log Analytics come metriche di Azure Monitor. La tipologia dei log supportati è stata estesa e la lista completa è disponibile a questo indirizzo. Per ulteriori informazioni in merito è possibile consultare la documentazione ufficiale.

Azure Backup

In Azure Pricing Calculator, lo strumento ufficiale Microsoft per stimare i costi dei servizi Azure, è stata introdotta la possibilità di ottenere una stima più accurata dei costi di Azure Backup, consentendo di specificare il range di retention dei vari Recovery Point.

Figura 4 – Nuovi parametri per effettuare una stima più accurata dei costi di Azure Backup

 

Azure Site Recovery

Per Azure Site Recovery è stato rilasciato l’Update Rollup 26 che introduce nuove versioni per i seguenti componenti:

  • Microsoft Azure Site Recovery Unified Setup/Mobility agent (versione 9.17.4897.1): utilizzato per scenari di replica da VMware verso Azure.
  • Microsoft Azure Site Recovery Provider (versione 5.1.3400.0): utilizzato per scenari di replica da Hyper-V verso Azure oppure verso un secondary site.
  • Microsoft Azure Recovery Services agent (versione 2.0.9122.0): utilizzato per scenari di replica da Hyper-V verso Azure.

L’installazione di questo update rollup è consigliata in deployments dove sono presenti i componenti e le rispettive versioni in seguito riportate:

  • Unified Setup/Mobility agent versione 9.13.000.1 o successiva.
  • Site Recovery Provider versione 5.1.3000 o successiva.
  • Hyper-V Recovery Manager 3.4.486 o successiva.
  • Site Recovery Hyper-V Provider 4.6.660 o successiva.

Per ottenere maggiori informazioni sulle problematiche risolte, sugli improvements dati da questo Update Rollup e per ottenere la procedura da seguire per la relativa installazione è possibile consultare la KB specifica 4344054.

Azure Automation

Per quanto riguarda Azure Automation è stata introdotta la possibilità di configurare gli Hybrid Runbook Workers in modo che possano eseguire solamente runbook digitalmente firmati (l’esecuzione di runbook unsigned non andrà a buon fine). La procedura da seguire è riportata in questa sezione dell’articolo Microsoft.

System Center

In seguito al primo annuncio della Semi-Annual Channel release di System Center, avvenuto nel mese di febbraio con la versione 1801, questo mese è stata rilasciata la nuova update release, System Center 1807.

L’update release 1807 introduce nuove funzionalità per Virtual Machine Manager e Operations Manager, mentre per Data Protection Manager, Orchestrator e Service Manager contiene fix per problemi noti (includendo i bug fixes presenti nell’UR5 di System Center 2016, rilasciata in aprile).

Novità introdotte in Virtual Machine Manager 1807
  • Supports selection of CSV for placing a new VHD
  • Display of LLDP information for networking devices
  • Convert SET switch to logical switch
  • VMware host management: VMM 1807 supports VMware ESXi v6.5 servers in VMM fabric
  • Support for S2D cluster update
  • Support for SQL 2017
Novità introdotte in Operations Manager 1807
  • Configure APM component during agent install or repair
  • Linux log rotation
  • HTML5 Web console enhancements
  • Support for SQL Server 2017
  • Operations Manager and Service Manager console coexistence

Per maggiori informazioni a riguardo è possibile consultare la documentazione ufficiale Microsoft:

System Center 1807 è possibile scaricarlo dal System Center Evaluation Center.

Per tutti i prodotti System Center (DPM, SCORCH, SM, VMM e SCOM) è ora possibile aggiornare i deployment esistenti passando da SQL server 2016 a SQL server 2017.

Si ricorda infine che le release appartenenti al Semi-Annual Channel hanno un periodo di supporto di 18 mesi.

System Center Configuration Manager

Rilasciata la versione 1807 per il branch Technical Preview di System Center Configuration Manager. La novità principale presente in questo rilascio è l’introduzione del nuovo community hub, attraverso il quale è possibile condividere scripts, reports, configuration items ed altro, relativamente a Configuration Manager. Attraverso il community hub, accessibile dalla console di SCCM, è possibile introdurre nel proprio ambiente soluzioni messe a disposizione dalla community.

Tra le novità introdotte in questo rilascio troviamo inoltre:

  • Improvements to third-party software updates
  • Co-managed device activity sync from Intune
  • Approve application requests via email
  • Repair applications
  • Admin defined offline operating system image servicing drive
  • Improvements to run scripts

Si ricorda che i rilasci nel Technical Preview Branch consentono di valutare in anteprima le nuove funzionalità di SCCM ed è consigliato applicare questi aggiornamenti solo in ambienti di test.

System Center Operations Manager

Per poter configurare la connessione tra Operations Management Suite (OMS) e System center Operations Manager è necessario importare i seguenti nuovi management packs, specifici per versione:

Questa modifica ai MPs è stata resa necessaria per consentire la corretta comunicazione con le nuove APIs di OMS Log Analytics, introdotte in seguito allo spostamento verso il portale Azure di Log Analytics.

Figura 5 – Wizard di SCOM per l’onboarding di OMS

Si riporta la nuova wave dei management packs di System Center Operations Manager rilasciati per SQL Server, ora allineati alla versione 7.0.7.0:

Nel mese di Luglio sono inoltre stati rilasciati i seguenti Management Packs per software Open Source, versione 7.7.1129.0, che comprendono le seguenti novità:

Apache HTTP Server

  • Supports Apache HTTP Server version 2.2 and 2.4
  • Provides monitoring of busy and idle workers
  • Provides monitoring of resource usage – memory and CPU
  • Provides statistics for virtual hosts such as “Requests per Minute” and “Errors per Minute”
  • Provides alerting for SSL Certificate expiration

MySQL Server

  • Supports MySQL Server version 5.0, 5.1, 5.5, 5.6, and 5.7
  • Supports MariaDB Server version 5.5, and 10.0
  • Provides monitoring of databases
  • Provides monitoring of disk space usage for server and databases
  • Provides statistics for Key Cache, Query Cache, and Table Cache
  • Provides alerting for slow queries, failed connections, and full table scans

Sono stati inoltre rilasciati da parte di Microsoft i seguenti nuovi MPs:

  • MP per Active Directory Federation Services versione 0.2.0
  • MP per Active Directory Federation Services 2012 R2 versione 1.10172.1
  • MP per Microsoft Azure versione 5.20.18

Si segnala inoltre la nuova versione community (1807) del Management Pack di Azure, rilasciata da Daniele Grandini.

Valutazione di OMS e System Center

Si ricorda che per testare e valutare in modo gratuito Operations Management Suite (OMS) è possibile accedere a questa pagina e selezionare la modalità che si ritiene più idonea per le proprie esigenze.

Per provare i vari componenti di System Center è possibile accedere all’Evaluation Center e dopo essersi registrati è possibile avviare il periodo di trial.

OMS e System Center: novità di Giugno 2018

Nel mese di giugno sono state annunciate, da parte di Microsoft, un numero considerevole di novità riguardanti Operations Management Suite (OMS) e System Center. La nostra community, tramite questi articoli rilasciati mensilmente, vuole fornire una panoramica complessiva delle principali novità del mese, in modo da rimanere sempre aggiornati su questi argomenti ed avere i riferimenti necessari per effettuare maggiori approfondimenti.

Operations Management Suite (OMS)

Log Analytics

Recentemente è stato ufficialmente annunciato che il portale OMS sarà deprecato, a favore del portale Azure. In questo articolo vengono esaminati gli aspetti legati a questo cambiamento e cosa è bene sapere per non farsi cogliere impreparati.

Figura 1 – Notifiche presenti nel portale OMS

Azure Backup

Azure Backup si arricchisce con una nuova importante funzionalità che consente di proteggere in modo nativo i workload SQL, in esecuzione sulle macchine virtuali IaaS che risiedono su Azure. In questo articolo vengono riportati i benefici introdotti e le caratteristiche di questa nuova funzionalità.

Figura 2 – Protezione con Azure Backup di SQL Server su VMs Azure

Rilasciata una versione aggiornata dell’Azure Backup agent (MARS), la quale la si può ottenere accedendo a questo indirizzo.

Utilizzando Azure Backup c’è la possibilità di generare la reportistica necessaria per poter facilmente controllare lo stato di protezione delle risorse, i dettagli sui vari job di backup configurati, l’effettivo utilizzo dello storage e lo stato dei relativi alert. Il tutto è reso possibile grazie all’utilizzo di Power BI, che consente di avere un elevato grado di flessibilità nella generazione e nella personalizzazione della reportistica. In questo video, recentemente pubblicato, viene riportato come configurare un workspace Power BI per la condivisione dei reports di Azure Backup all’interno della propria organizzazione. Per analizzati gli step necessari per configurare la reportistica di Azure Backup è possibile consultare questo articolo.

Figura 3 – La condivisione di report PowerBI di Azure Backup

In Azure Backup è stata introdotta la possibilità di proteggere workloads in esecuzione in ambiente Azure Stack. I tenant che usufruiscono della soluzione Azure Stack possono quindi disporre di una protezione short term direttamente sull’ambiente Azure Stack e possono usufruire dei Recovery Service vault in Azure per la long term retention e per effettuare l’offsite. Per maggiori dettagli a riguardo è possibile consultare l’annuncio del rilascio.

Figura 4 – Azure Stack Tenant backup con Microsoft Azure Backup Server

Azure Site Recovery

In Azure Site Recovery (ASR) è stata annunciata in “general availability (GA)” la funzionalità che consente di configurare il Disaster Recovery (DR) di Azure Virtual Machines. Configurando la replica delle macchine virtuali in region differenti di Azure, si ha la possibilità di rendere le applicazioni resilienti ad eventuali guasti che interessano una specifica region di Azure. Questa funzionalità è disponibile in tutte le region Azure dove è possibile utilizzare ASR. Azure è il primo cloud pubblico a offrire una soluzione nativa di Disaster Recovery per le applicazioni in esecuzione in ambiente IaaS.

Durante il periodo di preview, Microsoft ha preso in considerazione i diversi feedback ricevuti dai client ed ha aggiunto alla soluzione le seguenti importati funzionalità:

Si segnalano questi utili riferimenti riguardanti questa soluzione:

Security e Audit

La solution Azure Network Security Group Analytics sarà sostituita da Traffic Analytics che è stato rilasciato in General availability (GA). Questa soluzione, totalmente cloud-based, consente di avere una visibilità complessiva sulle attività di rete che vengono intraprese nell’ambiente cloud. Per maggiori dettagli a riguardo è possibile consultare l’articolo “Come monitora le attività di rete nel cloud Azure con Traffic Analytics

System Center

System Center Data Protectrion Manager

In ambienti dove System Center Data Protection Manager (SCDPM) è connesso al servizio Azure Backup è stata introdotta la possibilità di visualizzare tutti gli items protetti, i dettagli sull’utilizzo dello storage e le informazioni sui recovery point, direttamente dal portale Azure, all’interno dei Recovery Service vault. Questa funzionalità è supportata per SCDPM 2012 R2, 2016 e per Azure Backup Server v1 e v2, purché sia installata l’ultima versione dell’Azure Backup Agent (MARS).

Figura 5 – Informazioni provenienti da DPM riportate nel Recovery Service vault

System Center Configuration Manager

Solitamente viene rilasciata una technical preview al mese di Configuration Manager, ma questo mese, visto il numero considerevole di novità, ne sono state rilasciate due.

La prima è la versione 1806 per il branch Technical Preview di System Center Configuration Manager. La principale novità introdotta da questo aggiornamento è l’aggiunta del supporto per il software update catalogs di terze parti. Dalla console di Configuration Manager si potrà facilmente effettuare la sottoscrizione al catalog degli update di partner software di terze parti, per poi pubblicare gli updates tramite il Software Update Point. Tali aggiornamenti potranno essere rilasciati ai client utilizzando il metodo classico di Configuration Manager per la distribuzione dei software update.

Figura 6 – Accesso al software update catalogs di terze parti dalla console di SCCM

Oltre a questa nuova funzionalità sono stati rilasciati aggiornamenti riguardanti:

  • Sync MDM policy from Microsoft Intune for a co-managed device
  • Office 365 workload transition in co-management
  • Configure Windows Defender SmartScreen settings for Microsoft Edge
  • Improvements to the Surface dashboard
  • Office Customization Tool integration with the Office 365 Installer
  • Content from cloud management gateway
  • Simplified client bootstrap command line
  • Software Center infrastructure improvements
  • Removed Network Access Account (NAA) requirement for OSD Boot Media
  • Removed Network Access Account (NAA) requirement for Task Sequences
  • Package Conversion Manager
  • Deploy updates without content
  • Currently logged on user information is shown in the console
  • Provision Windows app packages for all users on a device

La seconda è la versione 1806.2 per il branch Technical Preview di System Center Configuration Manager, che include principalmente le seguenti novità relative al Phased deployment:

  • Possibilità di monitorare lo stato in modo nativo, dal Deployments node.
  • Possibilità di creare Phased deployment di applications e non solo per le task sequences.
  • Possibilità di effettuare un rollout graduale durante la fase di deployment.

Inoltre questa preview contiene aggiornamenti riguardanti:

  • Management Insights for proactive maintenance
  • Mobile apps for co-managed devices
  • Support for new Windows app package formats
  • New boundary group options for optimized P2P behaviors
  • Third-party software updates support for custom catalogs
  • Compliance 9 – Overall health and compliance (Report)

Si ricorda che i rilasci nel Technical Preview Branch consentono di valutare in anteprima le nuove funzionalità di SCCM ed è consigliato applicare questi aggiornamenti solo in ambienti di test.

System Center Operations Manager

Rilasciata una versione aggiornata del Management Pack per OS Windows Server 2016 e 1709 Plus che include diversi aggiornamenti e risoluzioni di problematiche. Per maggiori informazioni a riguardo è possibile consultare questo articolo.

Rilasciata la versione 8.2 del MP Author che include diversi miglioramenti. Per la lista delle novità incluse in questa nuova versione è possibile consultare l’annuncio ufficiale del rilascio.

Valutazione di OMS e System Center

Si ricorda che per testare e valutare in modo gratuito Operations Management Suite (OMS) è possibile accedere a questa pagina e selezionare la modalità che si ritiene più idonea per le proprie esigenze.

Per provare i vari componenti di System Center 2016 è possibile accedere all’Evaluation Center e dopo essersi registrati è possibile avviare il periodo di trial.

Azure Backup: la protezione di SQL Server sulle macchine virtuali in Azure

Azure Backup si arricchisce con una nuova importante funzionalità che consente di proteggere in modo nativo i workload SQL, in esecuzione sulle macchine virtuali IaaS che risiedono su Azure. In questo articolo si esploreranno i benefici introdotti e le caratteristiche di questa nuova funzionalità.

Figura 1 – Protezione con Azure Backup di SQL Server su VMs Azure

Azure Backup ci ha da sempre abituato ad un approccio cloud-first consentendo di effettuare la protezione dei sistemi in modo rapido, sicuro ed efficace. La protezione di SQL Server sulle macchine virtuali IaaS di Azure fornisce una soluzione unica nel suo genere, caratterizzata dai seguenti elementi:

  • Zero-infrastructure backup: non è necessario gestire una infrastruttura di backup classica, composta dal server di backup, dai vari agenti installati sui sistemi e dallo storage su cui risiedono i backup. Inoltre, non è nemmeno richiesto l’utilizzo di script di backup, spesso necessari in altre soluzioni di backup, per la protezione di SQL Server.
  • Monitor dei backup tramite Recovery Services Vault: utilizzando la dashboard è possibile monitorare facilmente e in modo intuitivo i vari job di backup per tutte le tipologie di workload protetti: Azure IaaS VMs, Azure Files e SQL server databases. Risulta inoltre possibile configurare notifiche via mail a fronte di operazioni di backup o restore non andate a buon fine.
  • Gestione centralizzata: si ha la possibilità di configurare delle policy di protezione comuni, utilizzabili per database che risiedono su server distinti, dove viene definita la schedulazione e la retention per i backup short-term e long-term.
  • Restore dei DB a una data e ora precisa: grazie ad una intuitiva interfaccia grafica viene consentito all’operatore di effettuare il restore selezionando il recovery point più opportuno per la data selezionata. Azure Backup si preoccuperà di gestire il ripristino del backup full, differenziale e della catena dei backup log per poter ottenere il ripristino del database all’ora selezionata.
  • Recovery Point Objective (RPO) di 15 minuti: si può effettuare il backup dei transaction log con una frequenza di 15 minuti.
  • Servizio Pay as you go (PAYG): la fatturazione avviene mensilmente sulla base dei consumi e non sono previsti costi anticipati per il servizio.
  • Integrazione nativa con le API di SQL Server: Azure Backup richiama le API native della soluzione per garantire una elevata efficienza e affidabilità delle operazioni svolte. I job di backup possono essere consultati anche utilizzando SQL Server Management Studio (SSMS).
  • Supporto per gli Always On Availability Group: la soluzione è in grado di effettuare il backup dei database che risiedono all’interno di un Availability Group (AG), garantendo la protezione in caso di eventi di failover, onorando la backup preference impostata a livello di AG.

Questa nuova funzionalità supporta al momento le seguenti versioni del sistema operativo e di SQL Server, indipendentemente che siano VMs generate da una immagine del marketplace o meno (installazione di SQL Server effettuata manualmente).

Sistemi Operativi supportati

  • Windows Server 2012
  • Windows Server 2012 R2
  • Windows Server 2016

Linux, al momento, non è supportato.

VersioniEdizioni di SQL Server supportate

  • SQL 2012 Enterprise, Standard, Web, Developer, Express
  • SQL 2014 Enterprise, Standard, Web, Developer, Express
  • SQL 2016 Enterprise, Standard, Web, Developer, Express
  • SQL 2017 Enterprise, Standard, Web, Developer, Express

Per poter usufruire di questa funzionalità devono essere rispettati i seguenti requisiti:

  • Disporre di un Recovery Services vault nella stessa region Azure dove risiede la macchina virtuale che ospita i database SQL da proteggere.
  • La macchina virtuale con SQL Server necessità di connettività verso gli IP pubblici di Azure.
  • Sulla macchina virtuale che detiene i database da proteggere devono essere presenti specifiche impostazioni. Azure Backup richiede la presenza della VM extension AzureBackupWindowsWorkload. Tale extension viene installata sulla macchina virtuale durante il processo di discovery e consente la comunicazione con il servizio di Azure Backup. L’installazione dell’extension comporta la creazione sulla VM, da parte di Azure Backup, del Windows virtual service account denominato NT Service\AzureWLBackupPluginSvc. Questo virtual service account necessita permessi di log in e di sysadmin lato SQL, per proteggere i database.

Per abilitare il backup dei workload SQL a bordo delle macchine virtuali Azure è necessario effettuare un processo di discovery e successivamente è possibile configurare le politiche di protezione.

Processo di discovery

Si riporta la procedura da seguire, accedendo al portale Azure, per abilitare il discovery dei database:

Figura 2 – Avvio del processo di discovery

Figura 3 – Discovery in progress

Figura 4 – Discovery dei DBs sui sistemi selezionati

 

Configurazione dei backup di SQL

Completata la fase di discovery dei database è possibile procedere con la configurazione dei backup di SQL Server.

Figura 5 – Avvio della configurazione dei backup, post discovery dei DBs nelle VMs

Figura 6 – Selezione dei DBs da proteggere

Figura 7 – Creazione della policy che definisce la tipologia di backup di SQL e la retention dei dati

Figura 8 – Abilitazione del backup

 

Monitor dei backup e processo di restore

Figura 9 – Dashboard del Recovery Service vault

Figura 10 – Numero di backup items di SQL a bordo delle VMs Azure

Figura 11 – Stato dei backup di SQL

Selezionando il singolo DB è possibile avviare il processo di restore.

Figura 12 – Avvio del processo di restore del DB

Figura 13 – Selezione della destinazione dove ripristinare il DB

Figura 14 – Selezione del restore point da utilizzare

Figura 15 – Configurazione delle impostazioni di restore e delle directory dove posizionare i file

Figura 16 – Avvio del job di restore

 

Costo della soluzione

Il costo per la protezione di SQL Server in Azure Backup è dato dal numero di istanze protette (singole VMs Azure oppure Availability Groups). Il costo di una singola istanza protetta dipende dal size, il quale è determinato dalla dimensione complessiva dei vari DB protetti (senza tenere in considerazione il fattore di compressione e l’encryption). A questo costo è da aggiungere il costo dello storage Azure effettivamente consumato. Si tratta di Block Blob Storage di tipologia locally redundant storage (LRS) oppure geo-redundant storage (GRS). Per maggiori dettagli sui costi è possibile consultare la pagina ufficiale Microsoft.

 

Conclusioni

Azure Backup si arricchisce con una importante funzionalità e conferma di essere un’ottima soluzione enterprise per la protezione dei sistemi, ovunque essi si trovino. Grazie a questa funzionalità Azure si distingue da qualsiasi altro cloud pubblico, mettendo a disposizione una soluzione per la protezione di SQL Server a bordo delle macchine virtuali IaaS, totalmente integrata nella platform. Per maggiori informazioni sulla soluzione Azure Backup è possibile consultare la documentazione ufficiale.

OMS e System Center: novità di Maggio 2018

Rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere nei mesi scorsi, nel mese di maggio, sono state annunciate da Microsoft un numero ridotto di novità riguardanti Operations Management Suite (OMS) e System Center. In questo articolo verranno riepilogate riportando i riferimenti necessari per effettuare ulteriori approfondimenti.

Operations Management Suite (OMS)

Log Analytics

Microsoft ha annunciato il ritiro, a partire dall’8 Giugno 2018, delle seguenti solution:

Questo significa che, a partire da questa data, non sarà più possibile aggiungerle nei workspaces di Log Analytics. Per coloro che le stanno attualmente utilizzando è opportuno tenere in considerazione che le solution continueranno a funzionare, ma verrà a mancare il relativo supporto e non saranno rilasciati nuovi aggiornamenti.

In questo articolo vengono riportate alcune importanti raccomandazioni che è opportuno seguire quando si utilizzano gli operatori “Summarize” e “Join” nelle query di Log Analytics e Application Insights. Si consiglia di adeguare la sintassi di eventuali query esistenti, che utilizzano questi operatori, per rispettare le specifiche riportate nell’articolo.

Security e Audit

Si segnala questo interessante articolo dove viene riportato come è possibile rilevare ed investigare attività anomale e potenzialmente malevole utilizzando Log Analytics ed Azure Security Center.

Azure Site Recovery

Microsoft ha annunciato che le seguenti versioni delle REST API di Azure Site Recovery saranno deprecate a partire dal 31 Luglio 2018:

  • 2014-10-27
  • 2015-02-10
  • 2015-04-10
  • 2015-06-10
  • 2015-08-10

Sarà quindi necessario utilizzare le API almeno della versione 2016-08-10 per interfacciarsi con Azure Site Recovery. Questo tipo di modifica non ha nessun impatto sul portale di Azure Site Recovery e sull’accesso alla soluzione tramite PowerShell.

System Center

System Center Orchestrator

Gli Integration Pack di Orchestrator, versione 7.3 per System Center 2016, sono stati rilasciati.
Il download può essere effettuato a questo indirizzo e include i seguenti componenti:

  • System Center 2016 Integration Pack per System Center 2016 Configuration Manager.
  • System Center 2016 Integration Pack per System Center 2016 Data Protection Manager.
  • System Center 2016 Integration Pack per System Center 2016 Operations Manager.
  • System Center 2016 Integration Pack per System Center 2016 Service Manager.
  • System Center 2016 Integration Pack per System Center 2016 Virtual Machine Manager.

Questi Integration Pack consentono di sviluppare delle automazioni, interfacciandosi direttamente anche con gli altri componenti di System Center. L’Integration Pack di System Center 2016 Operations Manager è stato rivisto per non richiedere più la presenza della console di Operations Manager per funzionare in modo corretto.

System Center Operations Manager

In seguito, si riportano gli aggiornamenti rilasciati per i Management Pack di Operations Manager:

  • Active Directory Federation Services versione 10.0.1.0
  • Active Directory Federation Services 2012 R2 versione 7.1.10100.1

System Center Service Management Automation

Service Management Automation vede il rilascio dell’Update Rollup 5. Tra le problematiche risolte troviamo:

  • Runbooks che, utilizzando cmdlets di System Center 2016 Service Manager, falliscono con l’errore “MissingMethodException”.
  • Runbooks che falliscono con l’exception “unauthorized access”.

Sono stati inoltre apportati miglioramenti nella parte di debug logging.

Per consultare l’elenco completo dei problemi risolti e i dettagli da seguire per effettuare l’aggiornamento è possibile accedere alla relativa knowledge base.

 

Valutazione di OMS e System Center

Si ricorda che per testare e valutare in modo gratuito Operations Management Suite (OMS) è possibile accedere a questa pagina e selezionare la modalità che si ritiene più idonea per le proprie esigenze.

Per provare i vari componenti di System Center 2016 è possibile accedere all’Evaluation Center e dopo essersi registrati è possibile avviare il periodo di trial.

Azure Backup: come evolve la soluzione

Microsoft ha recentemente annunciato importanti novità riguardanti la protezione delle macchine virtuali tramite Azure Backup. Grazie ad un aggiornamento dello stack di backup si possono infatti ottenere consistenti miglioramenti della soluzione che la rendono più performante e ne estendono le potenzialità. In questo articolo verranno approfonditi i benefici che si ottengono dall’aggiornamento e sarà esaminata la procedura da seguire per passare al nuovo stack di backup.

Funzionalità introdotte dal nuovo stack di backup

Recovery point istantanei e miglioramenti nelle performance

Il job di Azure Backup per la protezione delle macchine virtuali può essere suddiviso in due fasi distinte:

  1. Creazione della snapshot della VM.
  2. Trasferimento della snapshot verso il Recovery Service vault.

Figura 1 – Fasi del job di backup

Aggiornando lo stack di backup, il recovery point viene reso disponibile immediatamente al termine della creazione della snapshot della macchina virtuale (Fase 1), ed è utilizzabile per le operazioni di ripristino secondo le modalità note. A differenza di prima che era possibile utilizzarlo solo al termine della Fase 2. Dal portale Azure è possibile distinguere la tipologia di recovery point, in quanto al termine della Fase 1, il recovery point type viene definito come “snapshot”, mentre al termine del trasferimento della snapshot verso il vault di backup, il recovery point type viene marcato come “snapshot and vault”.

Le snapshot effettuate durante il processo di backup vengono mantenute per 7 giorni. Grazie a questa modifica vengono ridotti notevolmente i tempi di esecuzione dei restore, effettuati utilizzando le snapshot, le quali sono utilizzabili in modo del tutto analogo ai checkpoint creati da Hyper-V oppure da VMware.

Supporto per dischi di grosse dimensioni

Il nuovo stack di backup consente inoltre di proteggere i dischi di dimensione fino ai 4TB, sia di tipologia managed che unmanaged. Il limite in precedenza nella dimensione massima dei dischi protetti era di un 1TB.

Distribuzione dei dischi durante il ripristino delle macchine virtuali

Dopo aver effettuato l’aggiornamento dello stack di backup si ha la possibilità di scegliere dove posizionare i dischi unmanaged delle macchine virtuali durante i processi di restore. Questo riduce le configurazioni che sarebbero necessarie, post attività di restore, mettendo tutti i dischi all’interno dello stesso storage account.

Il processo di Upgrade

Per poter usufruire dei benefici introdotti dal nuovo stack di backup è necessario effettuare manualmente l’upgrade della subscription che detiene i Recovery Service Vault secondo le modalità in seguito descritte.

Considerazione pre-Upgrade

Prima di affrontare l’aggiornamento dello stack è opportuno considerare i seguenti aspetti:

  • Dal momento che l’upgrade viene attivato a livello di subscription Azure, la metodologia di esecuzione dei backup viene modificata per tutte le macchine virtuali protette, presenti nella subscription specifica. In futuro sarà possibile avere un controllo più granulare di questo processo di upgrade.
  • Le snapshot vengono salvate localmente per velocizzare il processo di creazione dei recovery point e per aumentare la velocità dei processi di restore. Questo comporta che saranno previsti dei costi per lo storage utilizzato dalle snapshot mantenute per 7 giorni.
  • Le snapshot incrementali vengono salvate come page blob. Per coloro che utilizzano managed disk non sono previsti costi aggiuntivi, mentre chi utilizza dischi unmanaged deve considerare anche il costo delle snapshot salvate (durante i 7 giorni) nello storage account locale.
  • In caso di ripristino di una VM premium, partendo da uno snapshot recovery point, sarà presente, durante la creazione della VM effettuata dal processo di restore, una location temporanea per lo storage.
  • Per gli storage account premium è necessario considerare un’allocazione di 10 TB di spazio, per le snapshot create a fini di instant recovery.

Come effettuare l’upgrade

L’upgrade può essere effettuato direttamente dal portale Azure oppure tramite comandi PowerShell.

Accedendo dal portale Azure al Recovery Service vault, comparirà la notifica che segnala la possibilità di effettuare l’aggiornamento dello stack di backup.

Figura 2 – Notifica di upgrade dello stack di backup

Selezionando la notifica comparirà la seguente segnalazione che consente di avviare il processo di upgrade.

Figura 3 – Avvio del processo di upgrade dello stack di backup

La medesima operazione può essere svolta utilizzando i seguenti comandi Powershell:

Figura 4 – Comandi Powershell per registrare la subscription al processo di upgrade

L’aggiornamento dello stack di backup richiede generalmente diversi minuti (massimo due ore), ma non ha nessun impatto sulle operazioni di backup schedulate.

Considerazioni

Questo importante aggiornamento dello stack di Azure Backup dimostra che la soluzione è in continua evoluzione per ampliare le sue potenzialità e per garantire maggiori livelli di performance. Per portare il proprio contributo con nuove idee o per votare le funzionalità che si ritengono maggiormente importanti per Azure Backup è possibile accedere a questa pagina. Per maggiori dettagli in merito ad Azure Backup è possibile consultare la documentazione ufficiale Microsoft.

OMS e System Center: novità di Aprile 2018

Microsoft annuncia in modo costante novità riguardanti Operations Management Suite (OMS) e System Center. La nostra community rilascia mensilmente questo riepilogo, che consente di avere una panoramica complessiva delle principali novità del mese, in modo da rimanere sempre aggiornati su questi argomenti ed avere i riferimenti necessari per condurre eventuali approfondimenti.

Operations Management Suite (OMS)

Log Analytics

Microsoft ha deciso di estendere gli Alerts presenti in Log Analytics dal portale OMS verso il portale Azure, facendoli confluire in Azure Monitor. Questo processo avverrà in modo automatico a partire dal 14 Maggio 2018 (la data è stata posticipata, inizialmente era prevista per il 23 Aprile), non comporterà nessun tipo di modifica alla configurazione degli Alerts e delle relative query, e non prevede nessun downtime per la sua attuazione. Per maggiori informazioni a riguardo è possibile consultare l’articolo specifico “L’estensione degli Alerts di Log Analytics in Azure Monitor“.

Figura 1 – Notifica estensione alerts nel portale OMS

Per evitare situazioni dove, le risorse gestite in Log Analytics inviino in modo inaspettato un elevato volume dei dati verso il Workspace OMS, è stata introdotta la possibilità di fissare un Daily Volume cap. Questo consente di limitare la data ingestion giornaliera per il proprio workspace. Il Data volume cap è possibile configurarlo in tutte le regions, accedendo nella sezione Usage and estimated costs:

Figura 2 – Impostazione del Daily volume cap

Il portale mostra inoltre il trend del volume dei dati negli ultimi 31 giorni e il totale del volume dei dati, suddiviso per solution:

Figura 3 – Data ingestion per solution (ultimi 31 giorni e totale)

L’utilizzo della Log Search API, utilizzata dal vecchio linguaggio di query di Log Analytics, è stato deprecato a partire dal 30 Aprile 2018. La Log Search API è stata sostituita con l’Azure Log Analytics REST API, la quale supporta il nuovo linguaggio di query e introduce una maggiore scalabilità rispetto ai risultati che è in grado di restituire. Per maggiori dettagli a riguardo è possibile consultare l’annuncio ufficiale.

Agente

Questo mese la nuova versione dell’agente OMS per sistemi Linux risolve un importante numero di bug e introduce nuove versioni dei vari componenti. Viene inoltre introdotto il supporto per Debian 9, AWS 2017 e Open SSL 1.1. Per ottenere la versione aggiornata dell’agente OMS è possibile accedere alla pagina ufficiale GitHub OMS Agent for Linux Patch v1.6.0-42.

Figura 4 – Elenco Bug Fix e novità del nuovo agente OMS per Linux

Azure Backup

Per quanto riguarda Azure Backup sono stati annunciati i seguenti miglioramenti nella scalabilità del servizio:

  • Possibilità di creare fino a 500 recovery services vaults in ogni subscription per region (in precedenza il limite era di 25).
  • Il numero di macchine virtuali che può essere registrato in ogni vault è aumentato a 1000 (precedentemente era 200).

Azure Backup, per la protezione delle Azure Iaas VM, ora supporta gli storage account messi in sicurezza utilizzando storage firewalls and Virtual Networks. Per maggiori dettali a riguardo è possibile consultare il blog ufficiale Microsoft.

Figura 5 – Protezione Azure Iaas VM in scenari di storage protetti

Cambiano le modalità previste per abilitare il backup long-term per gli Azure SQL Database. La procedura, per consentire di mantenere il backup degli Azure SQL DB fino a 10 anni, prevedeva il salvataggio all’interno di un Azure Recovery Service Vault. Grazie all’introduzione di questa nuova funzionalità, si ha la possibilità di mantenere il backup long-term direttamente all’interno di un Azure Blob Storage e viene a decadere l’esigenza di un Recovery Service Vault. Tutto ciò consente di avere più flessibilità e un maggiore controllo dei costi. Per maggiori dettagli a riguardo è possibile consultare l’articolo SQL Database: Long-term backup retention preview includes major updates.

System Center

System Center Configuration Manager

Per System Center Configuration Manager è stata rilasciata la versione 1804 per il branch Technical Preview. Oltre che improvements generici nella soluzione vengono introdotte novità riguardanti l’OSD, il Software Center e l’infrastruttura di Configuration Manager. Tutte le nuove funzionalità incluse in questo update possono essere consultate nell’articolo Update 1804 for Configuration Manager Technical Preview Branch. Si ricorda che i rilasci nel Technical Preview Branch consentono di valutare in anteprima le nuove funzionalità di SCCM ed è consigliato applicare questi aggiornamenti solo in ambienti di test.

System Center Operations Manager

Microsoft ha rilasciato l’Update Rollup 5 (UR5) per System Center 2016 Long-Term Servicing Channel (LTSC). Questo aggiornamento non introduce nuove funzionalità, ma risolve diversi bug.

In seguito, si riportano i riferimenti, riguardanti questo aggiornamento, per ogni prodotto System Center:

Non sono presenti invece aggiornamenti riguardanti Service Provider Foundation.

System Center Operations Manager 1801 introduce il supporto per la Kerberos authentication quando il protocollo WS-Management viene utilizzato dal management server per la comunicazione con i sistemi UNIX e Linux. Questo consente di avere un maggiore Livello di sicurezza, eliminando la necessità di abilitare la basic authentication per Windows Remote Management (WinRM).

Inoltre in System Center Operations Manager 1801 sono stati introdotti i seguenti miglioramenti riguardanti la gestione del monitor dei file di log di Linux:

  • Supporto per caratteri Wild Card nel nome e nel percorso del file di log.
  • Supporto per nuovi match patterns che consentono ricerche personalizzate dei log.
  • Supporto per pluging Fluentd pubblicati dalla community fluentd.

In seguito si riportano le novità riguardanti i Management Pack di SCOM:

  • MP per Windows Server Operating System 2016 e 1709 Plus 10.0.19.0
  • MP per SQL Server 2008-2012 7.0.4.0
  • MP per SQL Server 2014 7.0.4.0
  • MP per SQL Server 2016 7.0.4.0
  • MP per Microsoft Azure SQL Database 7.0.4.0
  • MP per SQL Server Dashboards 7.0.4.0
  • MP per UNIX e Linux 7.6.1085.0

Valutazione di OMS e System Center

Si ricorda che per testare e valutare in modo gratuito Operations Management Suite (OMS) è possibile accedere a questa pagina e selezionare la modalità che si ritiene più idonea per le proprie esigenze.

Per provare i vari componenti di System Center 2016 è possibile accedere a l’Evaluation Center e dopo essersi registrati è possibile avviare il periodo di trial.

OMS e System Center: novità di Marzo 2018

Nel mese di marzo ci sono state diverse novità annunciate da parte di Microsoft riguardanti Operations Management Suite (OMS) e System Center. In questa serie di articoli, che realizziamo con cadenza mensile, vengono elencate tutte le principali novità del mese corrente, accompagnate dai riferimenti necessari per poter effettuare ulteriori approfondimenti in merito.

Operations Management Suite (OMS)

Azure Automation

In Azure Automation sono state ufficialmente rilasciate le nuove funzionalità che consentono di:

  • Gestire la distribuzione degli aggiornamenti (Update management).
  • Raccogliere informazioni di inventario relative alle applicazioni installate sui sistemi (Inventory).
  • Tenere traccia delle modifiche apportare sulle macchine (Change tracking).

Il nostro articolo, pubblicato nei mesi scorsi, mostra come configurare l’Azure Automation Account per poter usufruire di queste nuove funzionalità e ne riporta le principali caratteristiche.

Figura 1 – Relative solution presenti in Log Analytics


Azure Backup

In Azure Backup sono state introdotte diverse novità che riguardano i seguenti aspetti:

  • Large disk support: possibilità di proteggere dischi di dimensione fino ai 4TB, sia di tipologia managed che unmanaged. Il limite in precedenza era di un 1TB.
  • Backup and Restore performance improvements: per ridurre i tempi di esecuzione dei backup e dei restore verranno mantenute le snapshot, effettuate durante il processo di backup, per 7 giorni.
  • Instant recovery point: i recovery point vengono resi disponibili istantaneamente nel momento della creazione della snapshot effettuata dal job di backup, in modo del tutto analogo ai checkpoint creati da Hyper-V oppure da VMware.
  • Distribute the disks of restored VM: durante i processi di restore viene fornita la possibilità di scegliere dove posizionare i dischi unmanaged delle macchine virtuali. Questo riduce le configurazioni, post attività di restore, che sarebbero necessarie mettendo tutti i dischi all’interno dello stesso storage account.

Per poter usufruire di questi improvements è necessario effettuare l’upgrade della subscription che detiene i Recovery Service Vault. L’upgrade può essere effettuato direttamente dal portale Azure (sarà presente una apposita notifica nella dashboard dei Recovery Service vault) oppure tramite comandi PowerShell. Per maggiori informazioni a riguardo è possibile consultare l’annuncio ufficiale Microsoft.

Figura 2 – Avvio del processo di upgrade della subscription al nuovo stack

Microsoft ha inoltre annunciato che il servizio Azure Backup è ora disponibile anche nelle region Azure della Francia (France Central e France South).

 

System Center

Microsoft ha ufficializzato il rilascio di Windows Server 2019 che sarà disponibile al pubblico nella seconda parte del 2018. Contestualmente verrà reso disponibile anche System Center 2019 che avrà il pieno supporto per Windows Server 2019 fin dal primo giorno del rilascio.

System Center Configuration Manager

Nel corso del mese è stata rilasciata la versione 1802 per il Current Branch (CB) di System Center Configuration Manager che introduce nuove funzionalità e importanti miglioramenti nel prodotto.

Queste in sintesi gli ambiti impattati da questo aggiornamento:

Modern Management

  • Endpoint Protection workload transition in co-management
  • Management insights
  • Co-management reporting

Figura 3 –  Co-management reporting

Microsoft 365 Adoption

  • Phased deployments
  • Windows AutoPilot Device Information report
  • Support for Windows 10 ARM64 devices
  • Surface Device Dashboard
  • Microsoft Edge browser policies
  • Report to show default browser for client machines
  • Windows 10 Servicing for a specific collection report
  • Improvements to Office 365 client management dashboard
  • Improvements for Windows Defender Exploit Guard
  • New settings for Windows Defender Application Guard

Streamlined Infrastructure

  • Configure Windows 10 Delivery Optimization to use Configuration Manager boundary groups
  • Add management points to your boundary group fallback relationships
  • Moving Distribution Points between sites

Improvements in Cloud Management Gateway

  • Cloud management gateway support for Azure Resource Manager
  • Install user-available applications on Azure AD-joined devices
  • Windows 10 in-place upgrade task sequence over the Internet

Improvements in Software Center

  • Approve application requests for users per device
  • Improvements to client settings for Software Center

Improvements in OSD

  • Improvements to Windows 10 in-place upgrade task sequence
  • Deployment Template for Task Sequences

Miscellaneous Improvements

  • Support for hardware inventory strings greater than 255 characters in length
  • Run scripts

Figura 4 –  Run Script status

Per consultare la lista completa delle nuove funzionalità e per avere maggiori dettagli a riguardo è possibile accedere alla documentazione ufficiale Microsoft.

L’aggiornamento verrà reso disponibile in queste settimane a livello globale e sarà riportato nel nodo “Updates and Servicing” della console di SCCM. Per forzare la disponibilità di questo aggiornamento è possibile utilizzare questo script PowerShell.

Per System Center Configuration Manager è stata rilasciata la versione 1803 per il branch Technical Preview. Oltre che improvements generici nella soluzione vengono introdotte utili modifiche che possono migliorare l’infrastruttura di Configuration Manager. Inoltre, sono stati apportati interessanti miglioramenti riguardanti il Software Center. Tutte le nuove funzionalità incluse in questo update possono essere consultate nell’articolo Update 1803 for Configuration Manager Technical Preview Branch.

Si ricorda che i rilasci nel Technical Preview Branch consentono di valutare in anteprima le nuove funzionalità di SCCM ed è consigliato applicare questi aggiornamenti solo in ambienti di test.

System Center Updates Publisher

System Center Updates Publisher (SCUP)  è la soluzione Microsoft che consente di gestire custom update di terze parti. Questo mese una nuova versione di SCUP è stata rilasciata ufficialmente e può essere scaricata a questo indirizzo. La nuova release introduce il supporto per Windows 10 e Windows Server 2016. Tutti i dettagli in merito a questo rilascio possono essere consultati nell’annuncio ufficiale.

System Center Operations Manager

In seguito, si riportano le novità riguardanti i Management Pack di SCOM:

Valutazione di OMS e System Center

Si ricorda che per testare e valutare in modo gratuito Operations Management Suite (OMS) è possibile accedere a questa pagina e selezionare la modalità che si ritiene più idonea per le proprie esigenze.

Per provare i prodotti System Center è possibile accedere all’Evaluation Center e in seguito alla registrazione è possibile avviare il periodo di trial.

OMS e System Center: novità di Febbraio 2018

Il mese di Febbraio è stato ricco di novità e diversi sono gli aggiornamenti che hanno interessato Operations Management Suite (OMS) e System Center. In questo articolo verranno riepilogati in modo sintetico per avere una visione globale e saranno presenti i riferimenti necessari per effettuare maggiori approfondimenti a riguardo.

Operations Management Suite (OMS)

Log Analytics

Tutti coloro che utilizzano Azure ExpressRoute saranno lieti di sapere che ora è possibile effettuarne il monitor utilizzando Network Performance Monitor (NPM). Tale funzionalità è stata in preview per alcuni mesi e ora è passata nello stato di general availability. Tra le caratteristiche di questa soluzione di monitor troviamo:

  • Possibilità di visualizzare in modo interattivo, tramite la topology view di NPM, i vari componenti (network on-premises, circuit provider edge, circuit ExpressRoute, edge Microsoft, e le Azure VMs) e la latenza misurata in ogni hop. Questo consente di indentificare facilmente eventuali problemi di performance nella connettività e di individuare rapidamente il segmento problematico della comunicazione.
  • Capacità di visualizzare l’utilizzo di banda del primary e del secondary circuit ExpressRoute. Grazie al drill-down è inoltre possibile intercettare l’utilizzo di banda per ogni singola vNet connessa ai circuit ExpressRoute.
  • Possibilità di creare query e visualizzazioni personalizzate grazie al fatto che tutti i dati della soluzione sono disponibili nel repository di Log Analytics e di conseguenza è possibile utilizzare le funzionalità native di ricerca e correlazione in base alle proprie esigenze.
  • Capacità di diagnosticare problemi vari di connettività presenti nei circuit ExpressRoute.

Figura 1 – Azure ExpressRoute Monitoring

Per maggiori informazioni su come configurare il monitor di ExpressRoute con NPM è possibile consultare la documentazione ufficiale Microsoft.

Inoltre in Network Performance Monitor (NPM) è stata introdotta la funzionalità di Service Endpoint Monitor che integra nel monitor e nella visualizzazione delle performance della propria applicazione anche le performance end-to-end della network. Questa funzionalità consente di creare differenti tipologie di test (HTTP, HTTPS, TCP e ICMP), che dovranno essere effettuati da punti chiave della propria infrastruttura di rete, in modo da poter identificare in modo rapido se il problema riscontrato è legato alla network oppure è relativo all’applicativo. Grazie all’utilizzo della network topology map il problema e la sua natura è inoltre facilmente localizzabile. Si tratta di una funzionalità in public preview le cui caratteristiche sono riportate nel dettaglio in questo articolo.

Agente

Questo mese la nuova versione dell’agente OMS per sistemi Linux risolve alcuni bug e introduce anche una versione aggiornata dei componenti SCX e OMI. Per ottenere la versione aggiornata dell’agente OMS è possibile accedere alla pagina ufficiale GitHub OMS Agent for Linux Patch v1.4.4-210.

Figura 2 – Elenco Bug Fix e novità del nuovo agente OMS per Linux

Azure Backup

In questo articolo viene descritto come costruire la propria soluzione di monitor in Log Analytics per Azure Backup. Tramite questa soluzione di monitor è possibile controllare i principali aspetti di Azure Backup come i job di backup e restore, backup alert e l’utilizzo dello storage in cloud. Il tutto è possibile farlo cross Recovery Service vault e cross subscription potendo trarre beneficio delle funzionalità integrate in Log Analytics, quali ad esempio l’apertura automatizzata di ticket tramite webhooks oppure grazie all’integrazione con ITSM. Si tratta di una soluzione community e ogni contribuito è ovviamente ben accetto.

Per quanto riguarda Azure Backup è stata annunciata (in general availability) la possibilità di realizzare backup consistenti a livello applicativo per le macchine virtuali Linux in esecuzione su Azure. Sui sistemi Windows questo avviene utilizzando il componente VSS, mentre per le VM Linux viene messo a disposizione uno scripting framework grazie al quale è possibile eseguire dei pre-script e dei post-script per controllare l’esecuzione dei backup.

Figura 3 – Meccanismo per la realizzazione di backup application consistent in VMs Linux su Azure

Per maggiori dettagli a riguardo è possibile consultare l’annuncio ufficiale, mentre per ulteriori informazioni sulla protezione delle macchine virtuali Linux presenti in Microsoft Azure, utilizzando Azure Backup, è possibile prendere visione dell’articolo: Azure Backup: la protezione dei sistemi Linux in Azure.

In Azure Backup è stata introdotta la possibilità di proteggere in modo nativo Azure File Shares. Tale funzionalità al momento è in Public Preview e tra le caratteristiche principali troviamo:

  • Possibilità, accedendo ai Recovery Service vault, di effettuare il discovery degli storage acccount e di rilevare le file shares presenti e non protette.
  • Protezione su larga scala: c’è la possibilità di effettuare il backup di più file shares contenute in uno storage account e di applicare un policy di protezione comune.
  • Restore istantanei e granulari. La protezione è basata su file share snapshots e questo consente di effettuare in modo rapido il ripristino di file in modo selettivo.
  • Dal portale Azure è possibile esplorare i vari restore point presenti per individuare facilmente quali file ripristinare.

Figura 4 – Backup di Azure File Shares

Per maggiori informazioni a riguardo è possibile consultare l’annuncio ufficiale.

Questo mese è stato rilasciato un Mandatory Update per l’agente Microsoft Azure Recovery Services (MARS). Per tutti coloro che utilizzano Azure Backup è necessario installare quanto prima questo aggiornamento per evitare fallimenti nelle attività di backup e di recovery.

Azure Site Recovery

In Azure Site Recovery è stata resa disponibile un’attesa funzionalità, che consente di proteggere macchine virtuali aventi managed disk, nello scenario di replica tra differenti region di Azure, consentendo di avere una maggiore flessibilità per l’attivazione di scenari di Disaster Recovery con sistemi presenti in Azure.

Figura 5 – Attivazione replica di una VM con Managed Disks

System Center

Come annunciato nei mesi scorsi e come già avviene per il sistema operativo e per Configuration Manager, anche gli altri prodotti System Center, in particolare Operations Manager, Virtual Machine Manager e Data Protection Manager seguiranno un rilascio di versioni aggiornate ogni 6 mesi (semi-annual channel). Questo mese c’è stato il primo rilascio con la versione 1801 di System Center.

Figura 6 – Sintesi delle novità introdotte nella versione 1801 di System Center

Per conoscere i dettagli delle novità introdotte in questo rilascio è possibile consultare l’annuncio ufficiale. Si ricorda infine che per le release appartenenti al semi-annual channel è garantito un supporto di 18 mesi.

System Center Configuration Manager

Rilasciata la versione 1802 per il branch Technical Preview di System Center Configuration Manager: Update 1802 for Configuration Manager Technical Preview Branch.

Questa release introduce un numero considerevole di novità su diversi ambiti, tra i quali: OSD, Cloud Management Gateway, funzionalità di Windows 10 e Office 365, Software Center e Site Server High Availability.

Si ricorda che i rilasci nel Technical Preview Branch consentono di valutare in anteprima le nuove funzionalità di SCCM ed è consigliato applicare questi aggiornamenti solo in ambienti di test.

System Center Operations Manager

La funzionalità definita “Updates and Recommendations”, introdotta in SCOM 2016 per i Management Pack di casa Microsoft, è utile per facilitare il processo di discovery dei MPs appropriati per effettuare il monitor dei differenti workload presenti nella propria infrastruttura e per mantenerli aggiornati. Questa funzionalità è abilitata per ben oltre 110 workload Microsoft. Microsoft ha annunciato che sta estendendo questa funzionalità anche per i MPs realizzati e offerti da terze parti. Nella release 1801 di Operations Manager sono al momento contemplati i MPs dei seguenti partner esterni:

Figura 7 – Funzionalità Updates and Recommendations con MPs dei partners

Come conseguenza del rilascio della versione 1801 di System Center sono stati resi disponibili anche i seguenti nuovi Management Pack di SCOM:

System Center Service Manager

Rilasciata una nuova versione del Service Manager Authoring Tool.

Valutazione di OMS e System Center

Si ricorda che per testare e valutare in modo gratuito Operations Management Suite (OMS) è possibile accedere a questa pagina e selezionare la modalità che si ritiene più idonea per le proprie esigenze.

Per provare i vari componenti di System Center 2016 è possibile accedere all’Evaluation Center e, dopo essersi registrati, è possibile avviare il periodo di trial.

Azure Backup: la protezione dei sistemi Linux in Azure

Azure Backup è una soluzione per la protezione del dato basata sul cloud Microsoft che, mettendo a disposizione diversi componenti, consente di effettuare il backup dei dati, indipendentemente dalla loro locazione geografica (on-premises oppure nel cloud) verso un Recovery Service vault in Azure. In questo articolo verranno esaminati gli aspetti principali riguardanti la protezione delle macchine virtuali Linux presenti in Microsoft Azure, utilizzando Azure Backup.

Nello scenario di protezione di macchine virtuali Azure Iaas (Infrastructure as a Service) non è necessario nessun server di backup, ma la soluzione è completamente integrata nella fabric di Azure e sono supportate tutte le distribuzioni Linux approvate per essere eseguite in ambiente Azure, ad eccezione di Core OS. Anche la protezione di altre distribuzioni Linux è consentita purché ci sia la possibilità di installare sulla macchina virtuale il VM agent e sia presente il supporto per Python.

Come avviene la protezione dei sistemi Linux su Azure

Sui sistemi Linux viene installata, durante l’esecuzione del primo job di backup, una extension specifica denominata VMSnapshotLinux, attraverso la quale Azure Backup, durante l’esecuzione dei job, pilota la creazione di snapshot che vengono trasferite verso il Recovery Service vault.

Figura 1 – Principi di esecuzione del backup di VM Azure IaaS con Azure Backup

Per avere una protezione del dato efficace è opportuno riuscire ad effettuare backup consistenti a livello applicativo. Azure Backup di default per le macchine virtuali Linux crea dei backup consistenti a livello di file system ma può essere configurato anche per creare dei backup application-consistent. Sui sistemi Windows questo avviene utilizzando il componente VSS, mentre per le VM Linux viene messo a disposizione uno scripting framework grazie al quale è possibile eseguire dei pre-script e dei post-script per controllare l’esecuzione dei backup.

Figura 2 – Application-consistent backup nelle VM Linux di Azure

Azure Backup prima di avviare il processo di creazione della snapshot della macchina virtuale richiama il pre-script, se questo si completa con esito positivo viene creata la snaspshot, al termine del quale viene eseguito il post-script. Si tratta di script completamente personalizzabili dall’utente e che devono essere creati in base alle caratteristiche dell’applicativo specifico presente a bordo della macchina virtuale. Per maggiori dettagli a riguardo è possibile consultare la documentazione ufficiale Microsoft.

Come abilitare il backup delle macchine virtuali Linux su Azure

Recentemente è stata introdotta la possibilità di abilitare dal portale Azure la protezione delle macchine virtuali già dal momento della creazione:

Figura 3 – Abilitazione backup durante la creazione della VM

In alternativa è possibile abilitare la protezione post creazione della macchina virtuale selezionandola direttamente dal Recovery Service vault oppure accedendo al blade della VM nella sezione OperationsBackup. Dallo stesso pannello è possibile visualizzare lo stato di esecuzione dei backup.

File Recovery nelle macchine Linux in Azure

Azure Backup, oltre alla possibilità di effettuare il restore dell’intera macchina virtuale, consente anche per i sistemi Linux di effettuare il ripristino del singolo file utilizzando la funzionalità di File Recovery. Per effettuare questa operazione è possibile effettuare la procedura riportata in seguito.

Dal portale Azure, si seleziona la macchina virtuale per la quale si ha la necessità di ripristinare il file e nella sezione Backup si avvia il task di File Recovery:

Figura 4 – Avvio del processo di File recovery

A questo punto compare il pannello dove è necessario selezionare il Recovery Point che si desidera utilizzare per l’operazione di ripristino. In seguito occorre premere il pulsante Download Script il quale genera uno script con estensione .sh, e la relativa password, che viene utilizzato per effettuare il mount del recovery point come disco locale del sistema.

Figura 5 – Selezione del Recovery Point e Download dello script

Lo script dovrà essere copiato sulla macchina Linux e per farlo è possibile utilizzare WinSCP:

Figura 6 – Copia dello script sulla macchina Linux

Accedendo al sistema Linux in modalità terminal è necessario assegnare allo scritpt copiato i permessi di esecuzione, tramite il comando chmod +x e successivamente è possibile eseguire lo script:

Figura 7 – Esecuzione dello script per il File Recovery

Nel momento dell’esecuzione lo script richiede la password che viene mostrata dal portale Azure ed in seguito procede con le operazioni necessarie per effettuare la connessione del recovery point tramite canale iSCSI ed il mount come file system.

A questo punto è possibile accedere al percorso del mount point che espone il recovery point selezionato e ripristinare oppure consultare i file necessari:

Figura 8 – Accesso al percorso del mount point

Dopo aver completato le operazioni di ripristino è opportuno effettuare l’unmount dei dischi tramite l’apposito pulsante dal portale Azure (in ogni caso la connessione verso il mountpoint viene chiusa in modo forzato dopo 12 ore) ed è necessario eseguire lo script con il parametro -clean per rimuover il percorso del recovery point dalla macchina.

Figura 9 – Unmount dei dischi e rimozione mount point dalla macchina

Nel caso sulla VM per la quale si desidera ripristinare i file siano presenti partizioni LVM oppure Array RAID è necessario eseguire la stessa procedura, ma su una macchina Linux differente per evitare conflitti nei dischi.

Conclusioni

Azure Backup è una soluzione completamente integrata nella fabric Azure che consente di proteggere facilmente e con estrema efficacia anche le macchine virtuali Linux presenti su Azure. Il tutto avviene senza la necessità di implementare infrastrutture complesse per la protezione del dato. Azurer Backup consente inoltre di proteggere numerosi sistemi su larga scala e di mantenere un controllo centralizzato della propria architettura di protezione del dato.