Nell’articolo OMS Azure Site Recovery: panoramica della soluzione sono state presentate le caratteristiche di Azure Site Recovery e sono stati esaminati gli aspetti che la rendono una efficace e flessibile soluzione per la creazione di strategie di business continuity e di disaster recovery per il proprio data center. In questo articolo vedremo come utilizzare Azure Site Recovery per migrare ambienti anche potenzialmente eterogenei verso Microsoft Azure. Sempre più spesso ci si trova infatti di fronte all’esigenza non solo di creare nuove macchine virtuali nella cloud pubblica di Microsoft, ma anche di migrare sistemi già esistenti. Per svolgere queste migrazioni è possibile adottare diverse strategie, tra le quali compare anche Azure Site Recovery (ASR) che ci consente di migrare agilmente macchine virtuali presenti su Hyper-V, VMware, sistemi fisici e workload di Amazon Web Services (AWS) verso Microsoft Azure.
Nella seguente tabella vengono riportati quali scenari di migrazione è possibile affrontare con ASR:
Sorgente | Destinazione | Tipologia di SO Guest supportati |
Hyper-V 2012 R2 | Microsoft Azure | Tutti i SO guest supportati in Azure |
Hyper-V 2008 R2 SP1 and 2012 | Microsoft Azure | Windows e Linux * |
VMware e Server Fisici | Microsoft Azure | Windows e Linux* |
Amazon Web Services (Windows AMIs) | Microsoft Azure | Windows Server 2008 R2 SP1+ |
* Supporto limitato a Windows Server 2008 R2 SP1+, CentOS 6.4, 6.5, 6.6, Oracle Enterprise Linux 6.4, 6.5, SUSE Linux Enterprise Server 11 SP3
Quando si ha la necessità di effettuare attività di migrazione solitamente è di fondamentale importanza rispettare i seguenti punti:
- Ridurre al minimo il tempo di downtime dei workload di produzione durante il processo di migrazione.
- Avere la possibilità di testare e validare il funzionamento della soluzione nell’ambiente di destinazione (Azure nel caso specifico) prima di convalidare la migrazione.
- Effettuare un’unica migrazione dei dati utile sia per il processo di convalida che per la migrazione vera e propria.
Con ASR tutto ciò è possibile seguendo questo semplice flusso di operazioni:
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le operazioni da svolgere in uno scenario di migrazione di macchine virtuali presenti su un host Hyper-V 2012 R2 verso Microsoft Azure.
Come prima cosa dal portale Azure è necessario creare un Recovery Service Vault nella subscription sulla quale si desidera migrare le macchine virtuali:
In seguito è necessario preparare l’infrastruttura per poter utilizzare Azure Site Recovery. Il tutto è possibile farlo seguendo la procedura guidata proposta dal portale Azure:
Dopo aver dichiarato lo scenario di migrazione (macchine virtuali su host Hyper-V non gestito da SCVMM verso Azure), assegno un nome al site Hyper-V e associo ad esso l’host Hyper-V che detiene le macchine virtuali:
Giunti a questo punto è necessario installare sull’host Hyper-V il provider Microsoft Azure Site Recovery. Durante l’installazione è possibile specificare un server proxy e la chiave di registrazione al vault, la quale è necessario scaricarla direttamente dal portale Azure:
Dopo aver atteso qualche istante il server Hyper-V appena registrato al vault di Azure Site Recovery comparirà sul portale Azure:
Lo step successivo richiede di specificare su quale subscription Azure verranno create le macchine virtuali e il modello di deployment (Azure Resource Manager – ARM nel caso riportato). A questo punto è importante verificare che sia presente uno storage account e una virtual network su cui attestare le macchine virtuali:
Lo step seguente consente di specificare quale policy di replica associare al site. Nel caso non siano presenti policy in precedenza create è opportuno configurare una nuova policy stabilendo i parametri riportati in seguito, più idonei al proprio ambiente:
L’ultimo step di preparazione dell’infrastruttura richiede l’esecuzione del Capacity Planner, strumento molto utile per stimare l’utilizzo di banda e di storage. Inoltre permette di valutare una serie di altri aspetti che è necessario prendere bene in considerazione in scenari di replica per evitare problematiche. Lo strumento può essere scaricato direttamente dal portale Azure:
Giunti a questo punto sono state completate tutte le operazioni di configurazione e preparazione dell’infrastruttura ed è possibile proseguire selezionando quali macchine si desidera replicare dal site precedentemente configurato:
Nello step successivo è possibile selezionare le configurazioni delle macchine replicate in termini di Resource Group, Storage Account e Virtual Network – Subnet:
Tra tutte le macchine ospitate sull’host Hyper-V è opportuno selezionare per quali si desidera attivare la replica verso Azure:
Per ogni macchina virtuale selezionata è necessario specificare il sistema operativo guest (Windows oppure Linux), qual’è il disco che detiene il sistema operativo e quali dischi dati si vuole replicare:
Dopo aver concluso la configurazione di tutti gli step inizierà il processo di replica secondo le impostazioni configurate nella policy specifica:
Terminata la replica iniziale è consigliato verificare che la macchina virtuale funzioni regolarmente in ambiente Microsoft Azure effettuando un “Test Failover” (punto 1 dell’immagine seguente) e dopo aver svolto i controlli opportuni è necessario effettuare un “Planned Failover” (punto 2) per avere la macchina virtuale disponibile e pronta per essere utilizzata in ambiente di produzione. Al termine di questa operazione può ritenersi completata la migrazione verso Azure del vostro sistema e sarà possibile rimuovere la configurazione della replica all’interno del Recovery Service Vault (punto 3).
Conclusioni
Azure Site Recovery con semplici passaggi guidati ci consente di migrare facilmente, in modo sicuro e con un downtime minimo sistemi che si trovano presso i propri datacenter oppure workload presenti in Amazon Web Services (AWS) verso Microsoft Azure. Vi ricordo che le funzionalità di Azure Site Recovery possono essere testate attivando un ambiente trial di Operations Management Suite oppure di Microsoft Azure.