La tendenza che si riscontra frequentemente in differenti contesti aziendali è quella di ricorrere a strategie ibride e multi-cloud per i propri ambienti IT. Tutto ciò consente di intraprendere un percorso di innovazione digitale con grande flessibilità ed agilità. Per farlo nel migliore dei modi è opportuno adottare tecnologie che consentano di creare nuove opportunità e allo stesso tempo di gestire le sfide intrinseche in questi nuovi paradigmi. In Microsoft è stata ideata una soluzione specifica e prende il nome di Azure Arc. Uno dei benefici cruciali di Azure Arc è quello di estendere le pratiche di gestione e di governance di Azure anche ad ambienti differenti e di adottare soluzioni e tecniche che tipicamente vengono utilizzate in ambiente cloud anche per gli ambienti on-premises. In questo articolo viene approfondito come Microsoft ha recentemente migliorato in Azure Arc il processo di integrazione delle infrastrutture VMware vSphere e quali opportunità si possono cogliere da questa innovazione.
Perché adottare una strategia ibrida?
Tra le principali ragioni che portano i clienti a adottare una strategia ibrida troviamo:
- Workload che non possono essere spostati nel cloud pubblico a causa dei requisiti normativi e di sovranità dei dati. Questo aspetto solitamente è comune in settori altamente regolamentati come servizi finanziari, ambienti sanitaria e governativi.
- Alcuni workload, in particolare quelli che risiedono negli edge, richiedono basse latenze.
- Molte aziende hanno fatto investimenti significativi nell’ambiente on-premises che desiderano massimizzare, quindi la scelta ricade nel modernizzare le applicazioni tradizionali che risiedono on-premises e le soluzioni adottate.
- Garantire una maggiore resilienza.
Quali domande porsi per sfruttare e gestire al meglio ambienti ibridi e multi-cloud?
In situazioni dove si sta adottando una strategia ibrida oppure multi-cloud, le domande chiave che è opportuno porsi per trarre maggiori benefici sono:
- Come posso visualizzare, governare e proteggere le risorse IT, indipendentemente da dove sono in esecuzione?
- C’è la possibilità di portare l’innovazione del cloud anche nell’infrastruttura esistente?
- Come è possibile modernizzare i datacenter locali adottando nuove soluzioni cloud?
- Come estendere l’elaborazione e l’intelligenza artificiale all’edge per sbloccare nuovi scenari di business?
La risposta a tutte queste domande può essere… “adottando Azure Arc!”.
Molti sono i clienti che dispongono di infrastruttura basate su VMware e che allo stesso tempo stanno utilizzando servizi Azure. Azure Arc estende le possibilità offerte in ambito governance e management da Azure anche alle macchine virtuali presenti in ambienti VMware. Per migliorare ulteriormente questa esperienza di controllo e di gestione di tali risorse è stata introdotta una profonda integrazione tra Azure Arc e VMware vSphere.
Azure Arc-enabled VMware vSphere: come funziona?
Azure Arc-enabled VMware vSphere è una nuova funzionalità di Azure Arc pensata per i clienti con ambienti VMware vSphere on-premises oppure che adottano Azure VMware Solution.
Questa integrazione diretta di Azure Arc con VMware vSphere richiede di attivare un’appliance virtuale denominata “Arc bridge”. Questa risorsa permette di instaurare la connessione tra il server VMware vCenter e l’ambiente Azure Arc.
Grazie a questa integrazione è possibile effettuare l’onboarding in Azure di alcune oppure di tutte le risorse vSphere gestite dal proprio server vCenter quali: resource pool, cluster, host, datastore, network, template e macchine virtuali esistenti.
Terminata la fase di onboarding si aprono nuovi scenari di utilizzo che consentono di sfruttare i benefici riportati nel paragrafo seguente.
Benefici di Azure Arc-enabled VMware vSphere
Grazie a questa nuova integrazione è possibile ottenere i seguenti benefici:
- Eseguire il provisioning di nuove macchine virtuali in ambienti VMware da Azure. La distribuzione delle macchine virtuali su VMware vSphere può essere fatta dal portale oppure utilizzando template ARM. La possibilità di poter descrivere l’infrastruttura, mediante processi di Infrastructure as Code, in modo coerente in Azure e negli ambienti on-premises è molto importante. Infatti, adottando template ARM, i team DevOps possono utilizzare pipeline CI/CD per eseguire il provisioning dei sistemi oppure per aggiornare le macchine virtuali VMware in modo contestuale ad altri aggiornamenti applicativi.
- Effettuare operazioni di manutenzione ordinaria sulle macchine virtuali direttamente dal portale Azure come: l’arresto, l’avvio, il riavvio, il ridimensionamento, l’aggiunta oppure l’aggiornamento di dischi e la gestione delle schede di rete.
- Garantire un accesso self-service alle risorse vSphere tramite Azure Arc. Per gli amministratori che gestiscono ambienti vSphere, ciò significa che possono facilmente delegare un accesso self-service alle risorse VMware, governando e garantendo la conformità tramite controlli avanzati di governance di Azure ed Azure RBAC. Infatti, risulta possibile assegnare autorizzazioni granulari sulle risorse computazionali, di archiviazione, di rete e sui template.
- Fornire un inventario delle macchine virtuali in ambienti vSphere distribuiti.
- Eseguire e gestire su larga scala l’onboarding di ambienti vSphere nei servizi di management di Azure come ad esempio Azure Monitor Log Analytics ed Azure Policy Guest Configuration. Tale abilitazione permette di orchestrare l’installazione dell’agente specifico di Azure Arc (Connected Machine agent) direttamente da Azure.
- Mantenere sincronizzate in Azure le modifiche apportate direttamente tramite vCenter, grazie alle funzionalità di rilevamento automatico.
Conclusioni
Grazie a questa nuova integrazione avanzata, i clienti possono avere la flessibilità di innovare, anche utilizzando il loro ambiente VMware esistente. Inoltre, mediante questo approccio è possibile avere un meccanismo efficace di controllo per gestire e governare in modo coerente tutte le risorse IT.