Dopo l’Accordo di Parigi, con l’aumento dell’attenzione sui cambiamenti climatici e le misure adottate dai governi per ridurre le emissioni di carbonio, l’impatto ambientale dei sistemi IT è sempre più al centro dell’attenzione. Diversi studi hanno dimostrato che il cloud offre notevoli benefici anche per quanto riguarda la sostenibilità e fornisce alle aziende la possibilità di ridurre l’impatto ambientale dato dai servizi informatici, contribuendo così a un futuro più sostenibile. Per valutare il reale impatto è opportuno applicare delle misurazioni e dei controlli. In questo articolo viene descritta la metodologia progettata per calcolare le emissioni di carbonio associate all’uso delle risorse Azure di Microsoft.
Microsoft mette a disposizione degli strumenti per monitorare e gestire l’impatto ambientale delle emissioni di carbonio, basati sulla metodologia descritta in questo articolo, che risulta essere in continua evoluzione e perfezionamento. Tali strumenti, specifici per il cloud Azure, permettono di:
- Ottenere la visibilità necessaria per promuovere la sostenibilità, tenendo in considerazione sia le emissioni sia l’utilizzo di carbonio.
- Semplificare la raccolta dei dati e i calcoli delle emissioni.
- Analizzare e segnalare in modo più efficiente l’impatto ambientale e i progressi di una azienda in termini di sostenibilità.
Questa metodologia utilizzata da Microsoft viene aggiornata costantemente per includere approcci scientificamente validi non appena diventano disponibili e rilevanti per la valutazione delle emissioni di carbonio associate al cloud Azure.
Standard utilizzati per il calcolo
Microsoft suddivide le proprie emissioni di gas a effetto serra (GHG) in tre categorie (scope), attenendosi al Greenhouse Gas Protocol, uno standard riconosciuto a livello mondiale per la metodologia di calcolo e la rendicontazione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG).
Scope 1: emissioni dirette – le emissioni derivanti dalla combustione e dai processi industriali
Le emissioni di gas serra in questa categoria comprendono le emissioni derivanti dalla combustione del gasolio e le emissioni derivanti dall’uso di refrigeranti per il raffreddamento dei data center.
Scope 2: emissioni indirette – le emissioni derivanti dal consumo di elettricità, calore o vapore
Le emissioni di gas serra in questa categoria includono le emissioni derivanti dal consumo di energia elettrica utilizzata per alimentare i data center di Microsoft.
Scope 3: altre emissioni indirette – le emissioni generate durante la fase di produzione e alla fine del ciclo di vita del prodotto
Le emissioni di gas serra comprendono le emissioni derivanti dall’estrazione delle materie prime, dall’assemblaggio dei componenti e dalla gestione della fine del ciclo di vita dei dispositivi hardware (ad esempio: riciclaggio, discarica o compostaggio), come i server e le apparecchiature di rete, utilizzati nei data center Microsoft.
In quest’ambito è opportuno tenere in considerazione che nel 2020 Microsoft ha riaffermato il suo impegno a integrare la sostenibilità in tutte le sue attività. Infatti, ha annunciato un obiettivo ambizioso e un piano per ridurre ed infine eliminare le emissioni di carbonio. Nell’ambito di questo piano, Microsoft si è data l’obiettivo di diventare un’azienda “carbon neutral” entro il 2030, e sta adottando diverse strategie per ridurre le proprie emissioni di carbonio, tra cui l’acquisto di fonti di energia rinnovabili, l’ottimizzazione dell’efficienza energetica dei propri data center e il supporto alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Normative
Microsoft basa la sua metodologia di calcolo affidandosi anche a standard ISO ampiamente accettati nel settore:
- Le emissioni di carbonio legate ai materiali si basano sulla normativa ISO 14067:2018 (Gas a effetto serra – Impronta di carbonio dei prodotti – Requisiti e linee guida per la quantificazione).
- Le emissioni operative si basano sulla normativa ISO 14064-1:2006 (Gas a effetto serra – Parte 1: Specifiche e linee guida a livello di organizzazione per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra).
- La verifica e la convalida si basano sulla normativa ISO 14064-3:2006 (Gas a effetto serra – Parte 3: Specifiche con guida per la convalida e la verifica delle asserzioni sui gas a effetto serra).
Metodologie di calcolo
Scope 1 e 2
Le emissioni di gas serra legate all’utilizzo di energia elettrica per gli scope 1 e 2 vengono solitamente suddivise in categorie come Storage, Compute e Network. La quantificazione delle emissioni di questi scope è basata sul tempo di utilizzo delle singole categorie. La metodologia utilizzata per calcolare le emissioni degli Scope 1 e 2 si basa generalmente su un’analisi del ciclo di vita presente in uno studio Microsoft, disponibile a questo indrizzo. Questa metodologia per lo Scope 2 include il calcolo dell’impatto energetico e delle emissioni di carbonio per ogni specifico data center, considerando fattori come l’efficienza del data center e dei server, i fattori di emissione, gli acquisti di energia rinnovabile e l’utilizzo dell’energia dell’infrastruttura nel tempo.
Scope 3
Il calcolo delle emissioni riguardanti lo Scope 3 è sintetizzato nella figura seguente:
Si parte dalla valutazione del ciclo di vita dei materiali utilizzati nell’infrastruttura del data center e si calcolano le relative emissioni di carbonio. Viene poi segmentata questa somma in base all’utilizzo da parte dei clienti di ciascun data center.
Questa metodologia per le emissioni relative allo Scope 3 calcola l’impatto energetico e di carbonio per ogni data center nel tempo, tenendo in considerazione quanto segue:
- I materiali più comuni utilizzati per la costruzione dell’infrastruttura IT utilizzata nei data center.
- Le componenti principali che compongono l’infrastruttura cloud.
- L’elenco completo di tutti gli asset presenti nei data center Microsoft.
- I fattori legati al carbonio per l’infrastruttura cloud in tutte le fasi del ciclo di vita (estrazione delle materie prime, assemblaggio dei componenti, utilizzo e smaltimento alla fine del ciclo di vita).
La convalida della metodologia Microsoft per lo scope 3 è pubblicata a questo indirizzo.
Definizioni comuni
In questa sezione sono riportate le definizioni dei termini utilizzati più frequentemente in merito all’impatto delle emissioni:
- mtCO2e: è l’unità di misura utilizzata per esprimere l’impatto delle emissioni di gas serra sull’effetto serra globale. Esso tiene conto non solo delle emissioni di anidride carbonica (CO2), ma anche di altri gas serra come metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e gas fluorurati (F-gases). Il mtCO2e è utilizzato per misurare le emissioni di gas serra a livello globale e per stabilire gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
- Emissioni di carbonio (mtCO2e) di Azure: le emissioni di carbonio (mtCO2e) per il cloud Azure si riferiscono alle quantità di gas serra, principalmente anidride carbonica (CO2), emesse nell’atmosfera a causa dell’utilizzo dei servizi di cloud computing di Microsoft Azure. Questo valore include gli Scope Microsoft (1, 2 e/o 3).
- Carbon intensity (mtCO2e/utilizzo): l’indice di “carbon intensity” fornisce un rapporto tra le emissioni di anidride carbonica e un’altra variabile. Per Green SKU, si tratta delle emissioni totali di anidride carbonica equivalente per le ore di utilizzo, misurate in mtCO2e/ora. Lo scopo di questo indice è fornire visibilità delle emissioni di carbonio in relazione all’utilizzo dei servizi Azure.
- Emissioni di carbonio previste a fine anno (mtCO2e): l’allocazione prevista delle emissioni di carbonio cumulative di fine anno in base alla proiezione di utilizzo delle risorse cloud per l’anno in corso e alle tendenze dell’anno precedente.
Conclusioni
Per identificare i vantaggi per l’ambiente IT derivanti dalla distribuzione delle applicazioni su Azure, è importante educare i clienti sull’impatto ambientale delle loro risorse IT e fornire loro gli strumenti per governare tale impatto. Questo deve essere fatto con l’intenzione di migliorare, stabilendo obiettivi di sostenibilità specifici e realistici. Un tale approccio è vantaggioso sia per l’azienda sia per la società.