Un problema noto che ruota da tempo intorno a Windows Server è la mancanza di una metodologia efficace per la migrazione dei dati presenti sui sistemi operativi e sugli storage più vecchi. A causa del fatto che gli upgrade in-place del sistema operativo non sono fattibili e che le migrazioni manuali sono spesso lente e richiedono importanti interruzioni del servizio, la tendenza è di continuare ad utilizzare versioni obsolete di Windows Server. In questo articolo saranno presentate le caratteristiche del nuovo servizio Storage Migration Service (SMS), incluso in Windows Server 2019, e sarà esaminato come questo servizio può effettuare la migrazione dello storage presente sulle vecchie piattaforme Windows Server per agevolarne la relativa dismissione.
Storage Migration Service, in questa prima versione, è in grado di trasferire i contenuti tramite il protocollo SMB (qualsiasi versione) verso target differenti, quali: hardware tradizionale e macchine virtuali on-prem, IaaS VMs in esecuzione su Azure o in Azure Stack, ed Azure File Sync.
La sorgente della migrazione può avere un sistema operativo dei seguenti:
- Windows Server 2003
- Windows Server 2008
- Windows Server 2008 R2
- Windows Server 2012
- Windows Server 2012 R2
- Windows Server 2016
- Windows Server 2019 Preview
Il nuovo ruolo Storage Migration Service (SMS) è possibile attivarlo sia nella Standard che nella Datacenter edition di Windows Server 2019, tramite Windows Admin Center, Powershell oppure Server Manager.
La funzionalità SMS è composta da un servizio orchestratore (Storage Migration Service Orchestrator Node) e da uno o più servizi proxy. L’orchestratore gestisce le migrazioni e mantieni i vari risultati in un repository, mentre i sistemi proxies arricchiscono con ulteriori funzionalità il processo di migrazione e consentono di ottenere maggiori performance.
La gestione del workflow di migrazione, reso possibile dal ruolo SMS, può essere totalmente orchestrato attraverso Windows Admin Center (conosciuto anche con il nome di Project Honolulu). Grazie a questo strumento di gestione, si ha la possibilità di migrare simultaneamente lo storage, che risiede su più sistemi, verso nuovi target presenti nell’ambiente on-premises oppure in Azure.
Storage Migration Service è in grado di gestire i problemi più comuni che si hanno quando si devono affrontare migrazioni storage, tra i quali: file in uso, impostazioni delle share, impostazioni di security, nomi e indirizzi di rete, local security principals ed encrypted data. Tutte queste operazioni sono facilmente gestibili da una interfaccia grafica intuitiva, che maschera le robuste automazioni necessarie, basate su PowerShell.
Per poter gestire Storage Migration Service da Windows Admin Center è necessario installare la specifica extension ad oggi in preview.
Dopo aver aggiunto l’Extension specifica sarà possibile creare nuovi job di migrazione.
Storage Migration Service consente di approcciare la procedura di migrazione dello storage in 3 differenti fasi:
- Inventory di server esistenti (sorgente), al fine di recuperare informazioni in merito ai dati presenti, alla relativa security, alle share SMB e alle impostazioni di rete.
- Migrazione, tramite il protocollo SMB, dei dati, della security e delle impostazioni di rete verso un nuovo sistema (target).
- Gestione dell’identità, effettuando il decommissioning della vecchia sorgente, in modo da rendere la migrazione trasparente agli utenti e alle applicazioni, e senza generare disservizi. In questa fase verrà trasferita l’identità al nuovo server, gestendo le impostazioni di rete, la join al dominio e il rename del server sorgente. Questa fase, definita di Cutover, ad oggi (maggio 2018) non è ancora disponibile al pubblico.
Conclusioni
Storage Migration Server è un nuovo strumento presente in Windows Server 2019, tuttora in fase di pieno sviluppo, che sarà arricchito nei prossimi rilasci con funzionalità innovative. Il potenziale mostrato è davvero interessante e certamente in futuro sarà un servizio ampliamente utilizzato per affrontare agilmente la migrazione di contenuti da piattaforme obsolete, favorendone così la loro dismissione. Per chi volesse testare in anteprima le novità di Windows Server 2019 può partecipare al programma Windows Insider. Si ricorda infine che le versioni in preview di Windows Server 2019 e Storage Migration Service non sono ufficialmente supportate in ambienti di produzione.